Le nostre interviste per descrivere il tango in Campania ... la sua storia, la sua evoluzione..... per parlarvi di tango con la voce dei suoi attori principali…. ripercorrere le tappe fondamentali della storia degli inizi del tango in Campania.
Vi presentiamo i ritratti di alcuni dei principali artefici della sua affermazione cioè, coloro che hanno contribuito maggiormente a questa realtà tanguera e che hanno vissuto tutte le sue evoluzioni.
Di seguito l'intervista a Stefi Donisi
In fondo alla pagina potrete troverete i link delle altre interviste che abbiamo fatto in questi mesi..
1. Stefi raccontaci brevemente la tua storia.
Mi piacerebbe davvero raccontare la mia storia, almeno i momenti salienti…. quando, a due anni ebbi un incidente da cui riportai una cicatrice che mi ha accompagnato per tutti gli anni a seguire; tutti i pensieri sulle diversità, sull’accettazione dei propri limiti e molti altri derivano da quell’esperienza, che mi ha insegnato a “trasformare le difficoltà in opportunità”. Mi piacerebbe raccontarvi dell’incontro con la politica all’università, la laurea in ingegneria, il lavoro a Roma… la morte di mio padre; parlarvi dei tanti amori inconcludenti… ma così non finirei più e vi annoierei tantissimo e allora limitiamoci all’incontro con il tango, la mia grande passione…
2. Quando e come è iniziata la tua esperienza nel tango?
Incontrai il tango nel 1993 ad un “encuentro” a Roma al centro sociale della Maggiolina organizzato dagli allievi di Helene Pende, una tedesca che è stata la prima a insegnare tango a Roma. Dalla sua scuola ne nacquero sostanzialmente altre 2, quella di Eliana e Alì (con il centro Astor Piazzolla e il Tango Bar) e quella di Tangopolis. Io scelsi la prima. Mi avvicinai al tango completamente a digiuno, con la mia andatura trasandata, capelli lunghi; senza regole, mi ritrovai in un mondo strano e imparai a capire che alcune regole avevano un senso, soprattutto che la forma nel tango è funzionale al movimento e non un puro estetismo … e cominciai a cambiare, a distinguere tra regole utili, quelle inutili e quelle dannose.
Dopo 4 anni di studio, di esibizioni, spettacoli, “città invisibili”, Liverpool, Gaeta... passai un’estate a Napoli dai miei vecchi amici che non frequentavo da anni. Fu un incontro bellissimo. Vollero che gli insegnassi il tango. Iniziai con Silvana Sabatelli la mia partner di tango e fu subito un grande successo. Ballavamo dappertutto, per strada, a casa di amici, durante le gite, portando sempre con noi scarpe e stereo, in Galleria Umberto I. Il centro della Galleria si riempiva dei nostri cappotti sui quali si sdraiava Axel, il figlio di Leone Perugino, uno dei miei primi allievi. Nacque così “Tango Angioino”, la nostra prima associazione culturale, formata da me, Silvana e poi tanti nostri allievi: Albino e Diana, Paolo Cioffi e Mara Cicerano, Francesco Smorra (non ricordo se Stefano era già nella squadra o si aggiunse dopo), Claudia Pane, Cynthia Fiumanò, Cristina Ciarletta, Georgia Manuela Stendardo, Michele Fariello, Antonio Vitale e altri che adesso hanno abbandonato il tango o che non ricordo…
Dal 1997 al 2000 la scuola si radicò; si cominciava a parlare di noi in città e fummo chiamati un paio di volte in televisione a parlare della nostra esperienza; cominciò ad essere per me un’attività che mi prendeva tutto l’impegno mentale. Decisi così di lasciare il mio lavoro a Roma e tutte le connessioni e con la buona uscita ristrutturai un seminterrato che avevo trovato a Fuorigrotta e mi trasferii a Napoli. Li nacque la Milonga Porteña.
In quella fase si sciolse l'associazione tango angioino e nacque la TamoTango. Era il maggio del 2000.
3. Quali sono i nomi che hanno delineato il tuo percorso tanghero?
Certamente Eliana e Alì, che mi hanno insegnato soprattutto la filosofia del tango: contenere l’energia, ascoltare l’altro, essere in due tra altri che ballano, vivere la poesia fosse anche solo per un attimo. Poi la tecnica e le storie del mondo del tango raccontate da Miguel Angel Zotto. I racconti di Nestor Rey, sulla vera vita del tango dagli anni dai ’60 ai ’90. Poi un grande amico, Osvaldo Zotto e la splendida persona che è Lorena Ermocida, dai quali ho avuto l’opportunità di apprendere l’eleganza della semplicità.
Poi è iniziato il capitolo del cambiamento: l’incontro con Alejandra Mantiñan avvenuto durante il secondo TanoTango Festival e continuato con la sua presenza ai festival successivi e ai nostri corsi stabili. Sull’onda della ricerca di movimenti “nuovi” non posso non citare Pablo Veròn che portai a Napoli nel 2005 e con cui organizzai parecchi stage intensivi.
A parte l’enorme numero di stage seguiti, devo far riferimento ad un docente di bandoneòn con cui ho avuto la fortuna di essere amico: Joaquin Amenabar che mi ha introdotto nei meandri della musicalità, chiarendomi il significato del ritmo con tutto quello che ne consegue.
4. La Milonga Porteña è scuola … milonga… parlacene, e con chi condividi questa esperienza?
La milonga Porteña nasce nel 2000. Il nome fu scelto insieme a Silvana Sabatelli, la quale desiderava che fosse conosciuta semplicemente come “La Milonga”. “Andiamo alla Milonga?” doveva significare automaticamente andiamo alla Milonga Porteña… Più o meno ci siamo riusciti….
Nel progetto coinvolsi varie persone come soci, tra cui Leone Perugino che in quel periodo si dilettava con la falegnameria e dipingeva. Con le sue mani costruì il bancone del bar, che ci siamo portati alla nuova sede della milonga; suoi sono i disegni e alcuni quadri che ancora rendono caratteristico il locale. Il quadro grande in seta e velluto che è alle spalle del musicalizador è invece di Francesco Felaco, pittore e oggi scenografo di successo.
Passarono gli anni; le mie prime allieve diventavano sempre più brave e quindi mi fu naturale scegliere loro come partner per l’insegnamento: Cynthia Fiumanò, Georgia Stendardo, Alice Rotondo, Paola Sino, Claudia Pane, Lidia Salerno e in ultimo Marianna Ruggiero, sono state le mie partner di tango dopo Victoria Arenillas e Margherita Bordòns, che avevano in prima all’inizio sostituito Silvana.
In quel periodo emergevano dalla nostra scuola quasi ogni anno personalità in grado di iniziare il precorso di insegnamento; alcuni autonomamente aprendo scuole in tutta la città (ricordo Paolo Cioffi con Mara Cicerano, Peppe di Gennaro, Stefano e Francesco Smorra, Teresa di Lorenzo) altri preferirono iniziare proprio alla Milonga Porteña come Leone Perugino, Mimmo Fusco, Gennaro Casolaro e Paola Sino.
Intorno al 2008 abbracciai il metodo di insegnamento di Alejandra Mantiñan. Lei stessa fu la maestra principale della nostra scuola con il progetto “Fabbrica di Tango”, che continuò con una sua allieva Lorena Pastor.
Incontrai Dolores, mia moglie, quasi per caso, lei e Willy della Corte, decisero di iscriversi ad un mio corso e fu così che poco dopo sbocciò quell’amore che poteva nascere solo dalla consapevolezza di non avere “il Bisogno” di amare. Dolores ha un’enorme capacità organizzativa e fu solo grazie a lei, che sono riuscito a mettere su il TanoTango Festival, così complesso e ricco
In un momento difficile per la Milonga Porteña, per diversi problemi della vecchia sede, incontrai un vecchio amico Bruno Puzone, conosciuto a Roma e lo incrociavo spesso nelle milonghe e nei festival in giro per il mondo. Ci ritrovammo una sera al Teatro San Carlo con le nostre compagne e durante la cena nasce la nostra collaborazione per la nascita della nuova Milonga Porteña.
Detto fatto: imbarcammo nella nostra avventura anche Guglielmo Willy della Corte, lo storico amico di Dolores e musicalizador storico della milonga. Pochi giorni dopo trovai il nuovo locale e dopo mesi di lavoro frenetico e di ingenti investimenti nacque la Milonga Porteña 2.0. e la nuova associazione nella quale coinvolgemmo anche le nostre mogli Dolores e Cristina. Era il 21 aprile 2014
5. Ad oggi nella vostra milonga si alternano diversi musicalizadores, dicci qualche nome…. E quali sono stati gli storici ?
Il tango è cultura a tutto tondo, ma per noi ballerini è soprattutto danza, musica e parole e per godere appieno della nostra danza desideriamo tre cose: una brava ballerina/o, un buon pavimento e buona musica. Questo è il motivo per cui abbiamo un “responsabile” della musica nella figura di Guglielmo Willy della Corte. Da sempre appassionato di buona musica, già prima che la passione per il tango lo coinvolgesse, Willy spesso veniva chiamato a mettere musica in alcuni locali del centro storico; con il tango è diventato un vero e proprio professionista nella selezione musicale dei tanghi da ballare, nonché maestro dei dj di tango, insegnando il “mestiere” a molti che adesso girano per le milonghe di Napoli e non solo. Il nostro primo musicalizador residente è stato Leone Perugino seguito da Vincenzo Climaco detto “Climax”. Poi arrivò Willy e la milonga assunse la sua connotazione definitiva.
Alcuni dei nostri musicalizador ospiti sono stati: Felix Picherna, Osvaldo Natucci, Horacio Godoy, Carlos Quilici, Marcelo Rojas e, tra gli italiani, Valentina, Rosita, El Gufo, Marqiuto, Mauro Berardi, Mario Bove, Serena Cozzolino, Franco Falcone, Luca Rega, Peppe Di Gennaro, Claudio Salemme. Adesso abbiamo lanciato una nuova stella: Cristina Borgia.
Cristina, socia, ha preso le redini in mano della serata del Martes Porteño, le sue selezioni musicali, con cortine spesso ironiche e divertenti, il clima molto rilassato e familiare, tipiche di una milonga infrasettimanale, sono una forte attrazione per tutti quelli che amano ballare il tango argentino.
6. Ci sono stati dei maestri in particolare che hanno caratterizzato il tuo percorso tanguero?
Beh li ho già citati, posso aggiungere Capussi e Flores, con la loro genialità teatrale che hanno arricchito il senso del “gioco” che sempre avevo intravisto nel tango moderno, Diego Riemer detto “El Pajaro” con i suoi giochi ritmici. Tutti mi hanno dato qualcosa di importante ma nominarli tutti sarebbe una lista lunghissima.
7. Cos’è per te il tango?
Il tango per me è un modo di essere. Grazie al tango ho trovato una mia dimensione, un mio spazio, a cominciare dall’opportunità di tornare a casa e dal “me stesso” che non conoscevo; mentre il tango è emigrazione, fuga, nostalgia, per me è stato ritorno a casa, dai vecchi amici; mentre il tango vive del vuoto creato dalla mancanza della famiglia, a me ha permesso di creare famiglia.
Ho sempre avuto lo sguardo rivolto in avanti; in un certo senso un visionario dalla memoria corta. Forse ballo il tango per esorcizzare la malinconia.
8. Qual è lo spirito della Milonga Porteña come scuola e cosa vuole trasmettere ai suoi allievi?
Lo stare insieme veramente. Ascoltare l’altro con il corpo, per imparare a farlo con la mente. Essere sensibile alle emozioni dell’altro, per assecondarle e condividerle, trasmettendo le proprie in modo chiaro, senza timidezza, senza vergognarsene. La musica emoziona e l’emozione muove il corpo. Chi guida, ballando un tango, reagisce a questa emozione muovendosi e abbracciato al partner, gli trasmette questo movimento… Chi segue lo riceve e con esso le emozioni collegate. Se queste si armonizzano con quelle che riceve ascoltando la musica che il suo corpo sta ballando, allora si sente parte dell’umanità; entrambi, chi guida e chi segue, vivono la sensazione che le gioie, come i dolori, sono gli stessi che proviamo tutti e che parlarne, danzarli, condividerli, allevia i dolori ed esalta le gioie.
Per questo diamo tanta importanza alla tecnica, altrimenti si perpetua l’inganno di credere di stare insieme ad un’altra persona mentre continuiamo a stare soltanto con noi stessi. Solo attraverso la conoscenza profonda della tecnica, possiamo essere sicuri di trasmettere emozioni chiare, non ambigue a cui l’altro può rispondere con emozioni altrettanto chiare. Questa chiarezza elimina il dubbio che quello che viviamo sia solo un’estensione del nostro desiderio e possiamo leggere negli occhi del partner quello che stiamo provando noi.
Ma la Milonga Porteña non è solo scuola di tango. Molte attività di danza sono rivolte alle ragazze e ai ragazzi, altre anche ai meno giovani: come l’hip hop, la danza classica, i balli latino americani, la salsa, lo swing.
In fondo lo spirito che anima la Milonga Porteña è semplicemente il vissuto quotidiano, il fare gruppo prima di tutto tra noi soci e collaboratori, poi con gli allievi e i frequentatori che vengono da noi e si sentono immediatamente “a casa”. Tutti si sentono parte di un gruppo che mette l’amicizia al primo posto sia i collaboratori che si sono aggiunti da poco come Mary, Rosaria, Marcello; sia gli insegnanti come Pablo, Marianna, Michela, Marco, Tina; addirittura collaboratori storici come Graziano, Peppe, Valentina, che hanno trovato dei lavori più “solidi” e che ci hanno accompagnato in questi anni, continuano a sentirsi di casa e spesso ci vengono a trovare.
9. Quali sono gli attuali maestri della Milonga Porteña e perché ?
Mi limito a parlare solo dei maestri di tango. Dopo aver per alcuni anni smesso di insegnare, quest’anno insieme a Dolores abbiamo deciso di aprire un corso per principianti con l’obiettivo di trasmettere la passione che in noi genera il tango e fornire gli strumenti, perché si capisca cosa questo sia veramente.
Nella nostra scuola c’è un altro corso di tango per principianti tenuto da Marco Alario e Tina del Gaudio che fanno anche un corso per intermedi. La scelta di Marco e Tina è dovuta al fatto che Marco è un bravissimo ballerino che da tanto dedica tutto il suo tempo a questa passione, e Tina, una ballerina di danza classica, è in grado anche di arricchire le lezioni con tante conoscenze tecniche che provengono dai suoi studi.
Il nostro fiore all’occhiello è il corso che Pablo Garcia tiene insieme alla mia vecchia partner di tango Marianna Ruggiero. Pablo, noto per la sua eleganza e le sue capacità didattiche, viene da un percorso di tango che lo ha visto calpestare i migliori palcoscenici del mondo con le compagnie più importanti. Da un po’ ha aperto una sua scuola a Roma e con grande piacere lo abbiamo chiamato per fare un corso da noi incentrato sulla qualità del movimento. Da marzo in poi abbiamo inoltre l’onore di ospitare Nora Witanowsky e Juan Carlos Martinez.
10. Quali eventi organizzi?
Dalla Milonga Porteña sono partite tantissime iniziative prima tra tutte il TanoTango Festival, il primo festival internazionale di tango argentino a Napoli che nasce dall’idea di mostrare Napoli agli stranieri attraverso il tango, nello stesso momento in cui si mostra il tango ai Napoletani attraverso i più grandi nomi di orchestre, ballerini, insegnanti. Sono state scelte location bellissime a Napoli … Abbiamo chiamato i migliori artisti internazionali come Miguel Angel Zotto, la sua orchestra, Pablo Veròn, Roberto Herrera, Eduardo Arquibau, Facundo e Kelly, Tetè, Alejandra Mantiñan, Diego Riemer, Pablo Garcia, Lorena Ermocida, Esteban Moreno e Claudia Codega, Gustavo Guarnieri e Gabriela e tanti altri…poi i Silencio tango, poi Caceres, poi i BelTango, Esteban Morgado Andres Linetsky, gli Aires Tango… senza dimenticare mai i ballerini e i musicisti di Napoli; abbiamo organizzato mostre fotografiche, abbiamo coinvolto “l’Academia de tango de Buenos Aires” con il suo presidente Horacio Ferrer …
11. Come descriveresti la tua passione per il tango?
Come una passione per la vita. Come la gioia di sentirsi tutt’uno con le energie positive dell’Universo. Quando ballo un tango e sento che la mia partner sta provando le mie stesse emozioni, nello stesso momento in cui io le provo, mi fa sentire che non sono solo nell’universo. E’ un’energia tangibile, in grado di far muovere una persona senza alcun contatto, senza alcuna parola, un movimento che è comunicazione intensa, che è commozione. Sentire che il movimento è armonico con la musica che avvolge i ballerini, o noi stessi, ci fa sentire in armonia con i suoni dell’Universo, ci fa sentire parte di esso. Tornare a noi stessi dopo un tango è un dolore, ma non solo: è il ritrovare il proprio Io, il riconnettersi alla propria mente alle proprie parole, alla propria logica… Accompagnare la partner al suo posto allora non è solo un atto di cortesia, ma una transazione necessaria per passare dall’universale al personale in modo graduale, perché le emozioni non hanno interruttori. Non si passa dal ON all’OFF con un click.
Ecco per me il tango è un poco come una luce che mi guida nelle scelte di tutti i giorni.
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